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Il VERO standard del… Golden Retriever

Labrador & Golden retrievers

Di Valeria Rossi – 26 Luglio 2011

PREMESSA: se qualcuno stesse pensando: “Vabbe’, ma avevi già fatto il “vero standard” del Labrador: perché anche il  Golden? In fondo è lo stesso cane, ma col pelo lungo”… gli consiglio di parlare a lungo con allevatori e proprietari delle due razze. Che hanno  in comune il fatto di essere entrambi retriever, questo sì: ma non hanno praticamente altro.

ASPETTO GENERALE: cane armonico, attivo, potente, ben compatto nella sua andatura, di costituzione forte, con una espressione decisamente di dolcezza.
Ed è lì che ti frega.
Anzi, a dire il vero ti frega anche se non hai mai letto lo standard: perché vedere una cucciolata di Golden e innamorarsene perdutamente è un tutt’uno. Non solo sono l’immagine esatta che uno si forma nella mente quando pensa alla parola “cucciolo”; non solo hanno quegli occhioni assolutamente parlanti e quelle codine in perenne movimento che trasmettono gioia allo stato puro; hanno pure il mantello da peluche della Trudi, che dopo la vista ti conquista per l’eternità anche il tatto. Se poi leggi pure uno Standard che parla di cane “armonico, forte e dolce”…sei impanato e fritto. A quel punto te ne porti a casa uno, e scopri che…

CARATTERE ED ATTITUDINI:  dire “docile, intelligente, disposto per natura al lavoro“, come scrive lo standard, è un modo indecoroso di prendere in giro la gente. Il Golden non è soltanto “disposto” a lavorare: DEVE (e vuole) assolutamente farlo.
Se non lo fai lavorare tu, provvede in proprio: e siccome il suo lavoro è il riporto, lui ti riporta l’inverosimile.
La carta igienica (come nello spot, con gli stessi risultati), il rotolone di carta da cucina (idem), il figlio piccolo (che magari non aveva alcuna intenzione di essere riportato), il marito (e in questo caso sei tu che non volevi minimamente che te lo riportasse),  la tua borsa (rassegnati: sarà sempre e solo ricoperta di bava canina, da oggi fino alla fine dei tempi)… eccetera, eccetera, molto eccetera.
Caldamente consigliato l’acquisto di palline e dummies (i riportelli morbidi usati per l’addestramento).
In questo, è vero, somiglia molto al Labrador (e a tutti gli altri retriever). Solo che il Labrador ti riporta cose a casaccio nel suo modo caciarone e un po’ tamarro, e magari riesci pure a sgridarlo; mentre il Golden ti arriva con quell’aplomb e quell’aria da signore distinto che sì, d’accordo, ha preso in bocca il ferro da stiro acceso (per il manico) e sì, ok, te l’ha consegnato mollandotelo su un piede (dalla parte della piastra): ma con una tale eleganza, e guardandoti con quella faccia da “guarda che bravo che sono stato! Merito un premio, vero che me lo merito?”… che tu non resisti alla tentazione di premiarlo davvero (e poi vai in ospedale a farti medicare il piede).

In alternativa: lui decide di riportarti la bottiglia di salsa di pomodoro (quella di vetro), e tu decidi di fermarlo prima che arrivi da te con la faccia orgogliosa e goduta. Quindi gli dici: “NOOOO! Lasciaaaaa!”… e lui lo fa. Perché lo Standard ha ragione, è un cane docilissimo che obbedisce prontamente agli ordini: quindi, se gli dici di mollare la bottiglia, lui la molla. Di colpo.
Dopodiché, se tu fai la faccia disperata (perché le bottiglie di vetro, lasciate cadere di colpo, capita che si rompano), lui prova un’immediata empatia – il Golden è un cane sen-si-bi-lis-si-mo – e si spetascia a terra con la faccia infelice.
Ovviamente NELLA salsa di pomodoro.
A quel punto tu dovrai: a) consolare il cane infelicissimo; b) arginare in qualche modo le grandi feste (impomodorate) che lui vorrà farti perché adesso è felicissimo (di essere stato perdonato); c) dargli l’ordine “a cuccia!”, perché devi pulire il pavimento; d) notare che il tuo “a cuccia” è stato inteso come un “vai pure a riposarti sul divano”; e) pulire il divano; f) pulire il pavimento; g) lavare il cane, che è un retriever specializzato nel riporto in acqua e che – anche qui come il Labrador – è capace di tuffarsi di testa in qualsiasi pozzanghera, abbeveratoio puzzolente o stagno putrescente… MA detesta con tutto il cuore la vasca da bagno.
Quindi rimetterà i musi e ti toccherà ri-consolarlo, dopodiché lui sarà di nuovo felice come una Pasqua  e te lo dimostrerà mettendoti le zampe in spalla e coprendoti di baci. Ovviamente prima di essere stato asciugato (e a volte anche prima di essere stato risciacquato. Ti consiglio di lasciargli pure tenere i musi lunghi, anche se so bene quanto strazino il cuore, e di consolarlo solo dopo avergli tolto lo shampoo di dosso).
NOTA: sia chiaro che non è solo questione di vasche da bagno propriamente dette. Il Golden si fionderà sempre felicemente in qualsiasi cosa che contenga dell’acqua, ma solo quando e se lo decide LUI: se ce lo metti tu, che si tratti di un lago, di una piscina o appunto della vasca da bagno, sfodererà immediatamente la faccia da poverocane maltrattato e infelicissimo.

Vivere con un Golden è come vivere con una tredicenne psicolabile (non in quanto malata di mente: proprio in quanto tredicenne) che nell’arco di una giornata è capace di passare ottocentosei volte dalla gioia sfrenata alla disperazione incontrollabile. Solo che la tredicenne, quando è contenta, magari salta e balla: il Golden salta (su divani e poltrone), balla (con te, mettendoti le zampe in testa), scondinzola a mille (abbattendoti mezza casa) e, più spesso che no, abbaia.
La tredicenne, quando è infelice, si chiude in camera sua a piangere e si leva dai piedi. Il Golden NON si chiude in camera sua e non si leva affatto dai piedi, anzi: ti sta a dieci centimetri di distanza con le orecchie basse, la coda fra le gambe e lo sguardo da cane abbandonato in autostrada, uccidendoti di sensi di colpa.

Spesso si sente dire che il Golden è un cane “adatto a tutti” perché è sempre amichevole con tutti  (vero); va d’accordo con gli altri cani e con gli altri animali (verissimo: oltre a vivere felicemente in branchi anche numerosissimi di cani, fa amicizia con qualsiasi essere vivente: se guardate le foto professionali che ritraggono cani e gatti insieme, nove volte su dieci il cane sarà un golden!); ama i bambini (dipende: però sopportarli, li sopporta. Anche quelli più rompipalle); non morde mai nessuno (NOTA SERIA: attenzione ai Golden di dubbia origine, specie a quelli che provengono dal traffico di cuccioli dell’Est. Quelli mordono, eccome: oltre ad avere quasi immancabilmente la displasia dell’anca. O del gomito. O tutte e due).

Invece io sostengo il Golden sia un cane adatto solo a persone dotate di una sana dose di cinismo, capaci di non emozionarsi troppo quando lui vi guarda così o vi dà le zampatine cosà o mette i musi lunghi o fa la faccia da cane ENPA.
Se siete troppo sensibili, LASCIATE PERDERE questa razza: se proprio volete un retriever prendetevi, appunto, quell’adorabile tamarrone del Labrador, che è molto più tosto e non patisce niente.

Lasciate perdere questa razza anche se siete sedentari pantofolai: il Golden ha bisogno di moltissimo esercizio fisico.
A differenza del Labrador, che se non gliene fate fare a sufficienza  vi disfa la casa, lui non manifesta quasi mai comportamenti distruttivi: però si comporta come le casalinghe frustrate che si ingozzano di cioccolatini. Ovvero, mangia tutto il mangiabile (e a volte anche l’immangiabile): cosa che tende a fare già di suo, ma che peggiora in modo esponenziale quando il cane si annoia.
Ribadisco: il Golden è un cane da lavoro, un atleta, un eccezionale nuotatore (se volete vederlo davvero felice, portatelo in acqua).
Impedirgli di esprimere tutto questo e costringerlo a fare il cane da divano dovrebbe essere passibile di arresto per maltrattamento.

NOMI ALTERNATIVI:  Non ho sentito, fino ad oggi, nomi particolarmente curiosi: di solito la gente per strada si limita a fare confusione tra Golden e Labrador, con la clamorosa eccezione di cui leggerete alla voce “colore”.
Dalla massa dei “banali” confonditori tra Golden e Labrador, però, emergono un FLATTEN (forse incrocio tra Flat Coated e Golden?!?) e soprattutto – udite udite – un GOLDRAKE! (però è anche vero che, quando vuole,  “si trasforma in un cane missile – e riporta anche mille valvole“!)

TESTA: ben proporzionata e ben modellata. Trattasi in realtà di capoccione formato XXL, del peso di 80 kg circa, che vi ritroverete appoggiato sulle ginocchia per periodi misurabili in ere. Ovviamente voi vorreste spostare le gambe quando cominciano a formicolare in modo sinistro: ma non potete, perché lui vi guarda da sotto in su “con quegli occhi” (la frase “mi guardava con quegli occhi…” viene pronunciata dai proprietari di Golden almeno dodici volte al giorno, per giustificare inenarrabili cedimenti psicologici dell’umano che ha permesso al Golden di compiere altrettanto inenarrabili efferatezze) e quindi resistete fino alla paralisi totale.

OCCHI: ecco, qui lo Standard è davvero bastardo dentro. Perché dice solo “castani, ben distanti, con bordo delle palpebre scuro“.
Fine.
Non si fa il minimo cenno all’espressività di “quegli occhi”, né al fatto che quando il cane ti guarda “con quegli occhi” tu perdi completamente il controllo. Ho sempre pensato che i rapinatori, invece di andare in giro armati di pistole ed altre cosacce pericolose, dovrebbero girare con un Golden al guinzaglio. Dopodiché gli basterebbe insegnare al cane a fare “quegli occhi” e dire a un qualsiasi passante: “Il mio cane ha fame e non ho i soldi per comprargli le crocchette”.
Penso che qualsiasi persona al mondo gli svuoterebbe immediatamente il portafoglio in mano. E se non avesse abbastanza soldi, correrebbe a fare un Bancomat.
Ovviamente, se il Golden è il tuo e se non impari in fretta a resistere a “quegli occhi”, sarai il suo schiavo perenne (certi cani che pensano di poter ottenere lo stesso risultato ringhiando e/o mordendo dovrebbero prendere lezioni da questa razza).
Inutile aggiungere che il Golden ci marcia alla grande, anzi alla grandissima.

BOCCA: ma quale bocca? Non è una bocca, è un bidone aspiratutto.
Il Golden è un lavandino, capace di ingurgitare qualsiasi schifezza senza neppure preoccuparsi di annusarla prima.
Fon-da-men-ta-le
 insegnare al cucciolo il comando “Sputa!” per evitare che ingoi pietre, pezzi di legno, sacchetti di nylon, incarti di merendine (se c’è rimasto anche solo il vaghissimo odore di UNA briciola, lui manda giù tutto l’incarto, anche se è di plastica).

TRONCO:  ben equilibrato, con reni corti, petto ben disceso, linea superiore orizzontale. Lo Standard ovviamente non vi dice che questo bel troncone di cane pesa una trentina di chili e che ve lo ritroverete in braccio ogni volta che vi siederete su divani/poltrone/letti. Farlo scendere? Provateci! Vi guarderà con “quegli occhi” e voi vi farete piccini, picciiiiiniiii… al che, ovviamente, lui si farà largo, lungo e ben disteso.

ARTI: diritti, forti, muscolosi… e, se fosse per il cane, in perenne movimento. Possibilmente movimento di nuoto in acqua, ma in alternativa anche movimento di corsa sfrenata nei prati. Possibilmente in compagnia, perché ci si diverte di più. Possibilmente in compagnia numerosa, perché ci si diverte ancora di più. Sarà per questo che molti Golden, facendo “quegli occhi”, chiedono al loro umano di prendergli prima un compagno/a, poi qualche amico/a. Poi, magari, di fare una cucciolata col compagno/a. Nonostante sia un cane di taglia medio-grande, quindi piuttosto ingombrante, è molto frequente che il Golden viva in coppia, mini-branco o brancone. Sembra che siano come le ciliege:  uno tira l’altro.

Conosco pacchi di gente che hanno cambiato radicalmente vita e si sono trasferiti in campagna (nei dintorni di fiumi o laghi) per avere casa e spazi adatti ai loro Golden: sono fermamente convinta che alla base di tutto questo ci siano stati “quegli occhi”.
Ah…sappiate che avere un Golden dà finalmente un significato a quella canzone di Valerio Scanu che dice “far l’amore in tutti i modi, in tutti i luoghi e in tutti i laghi”: infatti l’idea appare decisamente cretina per quanto riguarda gli umani, mentre ho assistito personalmente a questa scena con una coppia di Golden protagonisti.
Domanda: “Ma li porti a lavorare in acqua anche se lei è in calore?”
Risposta: “Sì, ma non credo che lei sia già pronta…e comunque lui, quando vede l’acqua, non capisce più niente: non pensa più neppure al sesso”.
E infatti, sequenza: tuffo-tuffo-tuffo, nuoto-nuoto-nuoto, gioco-gioco-gioco, riporto-riporto-riporto, gioco-gioco-gioco, sniff-sniff…SNIFF? Sesso-sesso-sesso!
Entusiasticamente DENTRO il laghetto.

CODA: Secondo lo Standard: attaccatura al livello del dorso, raggiunge il garretto, non si arriccia all’estremità.
Secondo il proprietario di Golden: “ARGHHHHHHH!!!! Tenetegliela! Fermatela! TAGLIATEGLIELA!”
NOTA: Essendo frangiata e genericamente più pelosa rispetto a quella del labrador, fa meno danni quando vi sbatte sulle gambe (a meno che non sia bagnata, nel qual caso uccide). L’effetto sulle suppellettili di casa, invece, è identico.

MANTELLO: pelo  piatto o ondulato, con buona frangiatura. Il sottopelo è fitto e impermeabile.
Traduzione di “impermeabile”: l’acqua non raggiunge la cute perché si ferma tutta tra pelo e sottopelo: così, quando il cane si scrolla, allaga i cinque chilometri circostanti. Ergo: quando portate il cane a lavorare o giocare in acqua, l’impermeabile è meglio se lo mettete voi.

COLORE: qualunque tonalità dal color oro (nel qual caso avrete effettivamente un Golden, o al massimo un Labrador a pelo lungo,  anche per il cinofilo stradale) al crema (nel qual caso avrete un pastore maremmano e perfino un pastore svizzero. Cosa che mi spinge a chiedermi: ma santa pupazza, il pastore svizzero bianco – oltre ad essere appunto bianco e non crema – è una razza recentissima, ancora rara in Italia e praticamente sconosciuta. E’ già curioso che il cinofilo stradale sappia della sua esistenza: ma se ne è al corrente, come cavolo fa a confonderlo con un Golden?)
Insomma: le vie della cinofilia sono MOLTO più infinite e misteriose di quelle del Signore.